lunedì 17 novembre 2014

Storia del mio parto prematuro

Sono mamma di un piccolo prematuro nato quasi 4 anni fa ed anche zia di un altro bellissimo prematuro nato soltanto qualche mese fa e devo veramente riconoscere che ora nella mia seconda gravidanza il “pensiero” di un possibile parto prematuro si fa presente.
Vivere il processo di una nascita prematura nonostante la tecnologia che esiste oggi, continua ad essere una cosa per niente semplice. Ricordo I primi 3 mesi della nascita di mio figlio come un periodo quasi infinito. Quando sei incinta e spendi I primi 3 messi della tua gravidanza ( sett. 20 più o meno) “entro la norma”, la cosa più normale é immaginare il momento in cui prenderai in braccio tu figlio quando appena arriva al mondo. Ebbene sì, noi mamme di figli prematuri sappiamo che questo per noi non è una cosa possibile ma solo dopo qualche giorno in più. Abbracciare tuo figlio, baciarlo ed anche soltanto prenderlo in braccio al momento della sua nascita sono solo alcune delle limitazioni che si soffrono con l'arrivo di un guerriero prematuro.

Mio figlio é nato in un ospedale privato che aveva un reparto di terapia intensiva neonatale molto severo (non era permesso l'ingresso a entrambi genitori alla volta, era soltanto possibile entrare con il piccolo negli orari stabiliti dall’ospedale), non so bene se per fortuna o per disgrazia ma solo dopo qualche giorno che era nato mio figlio, l'ospedale ci comunica che la nostra assicurazione medica non si avrebbe fatto carico delle spesse mediche del piccolo e ci hanno fatto arrivare un preventivo con una cifra esorbitata di quello che ci sarebbe costata la permanenza di nostro figlio nell'incubatrice ogni giorno. Io avevo appena partorito soltanto due giorni prima con un parto spontaneo molto veloce ( il mio piccolo aveva fretta ad arrivare in questo mondo) il parto é durato soltanto 4 ore ed Io mi sono visto obbligata ad alzarmi dal letto per scendere a discutere con l'amministrazione del ospedale e con il timore di vedere mio figlio lottando fra la vita e la morte; tanti nervi e con l'unica aspettativa di trovare qualcuno che riuscisse a mettersi nei “nostri panni”.

Alla fine di questa terribile esperienza, ci siamo visti obbligati a spostare il piccolo ad un ospedale pubblico ( al giorno d’oggi ringrazio il cielo di averlo fatto). Mi ricordo tutta intimorita, tremando di nervi e molto spaventata nel pensare al trasloco del piccolo ( é se capita qualcosa a l'ambulanza? Se si smuove qualche cavo? Se le capita qualcosa nel frattempo?) erano tanti dubbi quando finalmente arriviamo nel nuovo ospedale che era provvisto di una struttura di Terapia Intensiva Neonatale di primissima qualità e dopo solo quattro giorni di nascita ed appena arrivati al nuovo ospedale, ricordo che la prima cosa che hanno fatto gli infermieri e stato tirare fuori il piccolo dall’incubatrice e darmelo in braccio. E stato il primo contatto fisico con mio figlio da quando é nato.

Sono rimasta senza parole, mai in vita mia, prima di questo avevo presso a nessun neonato in braccio, non sapevo nemmeno come farlo, in più quel piccoletto era mio figlio cui non avevo avuto l'opportunità di abbracciare da quando era arrivato al mondo; ho cominciato a ridere e piangere tutto allo stesso tempo e senza sapere cosa diavolo fare. Il primo contatto é stato indimenticabile e mi lo ricordo come se fosse solo Ieri. Avevo un criceto nelle mie braccia di soltanto 1850 gr ed era mio figlio, anche se continuavo, a non assimilarlo.

Dopo quel giorno, ci sono stati altri 23 lunghissimi giorni di incubatrice ( 26 giorni totali), giorni in cui abbiamo avuto la fortuna di fare altri cari amici genitori anche loro di altri bimbi prematuri nati più o meno negli stessi giorni e con cui continua il rapporto tutt'ora. Giorni di tornare a casa molto tristi e con tante incertezze perché il piccolo magari aveva perso 100 grammi di peso, oppure giorni di tornare a casa molto felici perché aveva preso 5 gr in più ( chissà perchè casualmente quando c'e una discesa di peso e sempre molto più notoria che gli aumenti di peso, che di solito sono molto più lenti), giorni di impotenza perchè quando sembra che il peggio sia passato, torni presto la mattina in ospedale e trovi tuo figlio sotto una lampada speciale e ti comunicano che il piccolo soffre di Ittero ( il fegato del piccolo non é sufficientemente sviluppato per rimuovere la bilirubina del sangue e questo provoca che il piccolo diventi tutto giallo con le pupille molto bianche).

I giorni in ospedale diventano eterni e scopri l'adrenalina che possono occasionare 100 gr di peso, ed é anche il primo momento in cui come genitore te ne rendi conto che da quel giorno in poi il tuo umore dipenderà per il resto della tua vita da qualcun altro. Passare la notte sveglio quando ti comunicano che il giorno dopo gli faranno una cosa così rutinaria come é una audiometria che per quasiasi genitori é una cosa normale e per te invece significa la vita e poi piangere da matti con I risultati ( anche se questa e un altra storia ancora....)

I genitori dei bimbi prematuri condividiamo l'incertezza ed il sentimento che provoca l'arrivo di quei piccoli guerrieri che lottano fin dal primo giorno per la loro vita. Il sentimento di colpa che colpisce una Mamma, di pensare se non avessi fatto questo o quell’altro forse questo non sarebbe accaduto, o magari quando ti chiedono perché e nato prima? E non sai cosa rispondere.

Come mamma di un piccolo prematuro con qualche altra complicazione in più ( niente per cui fortunatamente preoccuparsi in eccesso), e come zia di un altro piccolo guerriero, posso soltanto dire che nonostante che I giorni si fanno lunghi, oggi come oggi non c'è di cui preoccuparsi più di tanto, loro staranno bene perchè loro sanno come lottare ed andare avanti e fino in fondo anche se tutti aspettiamo l'arrivo dei nostri figli con la più calma e “normalità” possibili, dentro tutto ciò che potrebbe accadere, questo è veramente un’esperienza passeggera. Io personalmente considero questa esperienza come un messaggio molto preciso di mio figlio che voleva lasciarci chiaro fin dal primo giorno.


HISTORIA DE MI PARTO PREMATURO

 Soy Mamá de un nene prematuro nacido hace casi 4 años y tía de un hermoso prematuro nacido hace sólo unos meses y tengo que reconocer que ahora en mi segundo embarazo el “pensamiento” de un posible parto prematuro se ha estado haciendo presente.

Vivir el proceso de un nacimiento prematuro a pesar de la tecnología con la que contamos actualmente, sigue sin ser nada fácil. Recuerdo los tres primeros meses del nacimiento de mi hijo como una época casi infinita.
Cuando estás embarazada y pasas la mitad de tú embarazo ( semana 20 aprox.) en supuesta “normalidad”, lo más común es imaginar el momento en el que cargarás a tu hijo en tus brazos cuando apenas llega al mundo. Pues bien, las madres de un prematuro sabemos que eso en nuestro caso no es posible hasta después de un tiempo. Abrazar a tu hijo, darle un beso o incluso cargarlo son una de las cuántas limitaciones que se sufren con la llegada de un guerrero prematuro.

Mi hijo nació en un hospital privado que contaba con un reparto de Cuidados Intensivos Neonatales muy estricto ( no permitían la entrada a ambos padres a la vez y solamente era posible entrar a ver al pequeño en los horarios establecidos por el horpital), no sé si por desgracia o por fortuna, pasados los primeros días de nacido de mi hijo, el hospital nos comunicó que el seguro médico no se haría cargo de los gastos y nos entregaron un presupuesto con una cifra desorbital de lo que nos costaría la estancia del recién nacido en la Incubadora cada día. Yo acababa de dar a luz hacía apenas dos días por un parto natural muy veloz ( mi peque tenía prisa en llegar al mundo) que duro apenas cuatro horas contadas y ya me había visto obligada a levantarme de la cama para bajar a discutir con la administración del hospital y con el temor de ver a mi nene debatiéndose entre la vida y la muerte, los nervios y esperando que alguien “se pusiera en nuestros zapatos”.

Al final de la terrible experiencia nos vimos obligados a trasladar al bebé a un hospital público ( al día de hoy doy gracias de haberlo hecho). Recuerdo haber estado muy nerviosa, temblando y muy asustada de pensar en el traslado (¿y si le pasa algo a la ambulancia? ¿y si se desconecta un cable? Y si  le llega a pasar algo?) eran muchas dudas cuando finalmente llegamos al nuevo hospital que contaba con una estructura de cuidados Intensivos de primerísima Calidad y después de solo cuatro días de nacido y recién llegados a la nueva estrcutura, recuerdo que lo primero que hicieron los enfermeros fue sacar al pequeño de la incubadora y darmelo en brazos. Ese fué mi primer contacto físico con mi hijo desde que nació.

Me quedé sin palabras, nunca antes en mi vida habia cojido a un bebé en brazos y nisiquiera sabía como hacerlo, encima ese pequeñito era mi hijo a quién no había tenido oportunidad de abrazar desde que había llegado al mundo y empecé a reir y a llorar todo al mismo tiempo y sin saber que hacer. El primer contacto fué inolvidable y lo tengo en mi mente como si fuera ayer. Tenía un ratoncito en mis brazos de sólo 1850 grs y era mi hijo aunque siguiera sin asimilarlo.

Después de ese día le siguieron otros 23 larguísimos días de incubadora (26 días en total), días en los que tuvimos la oportunidad de hacer muy buenos amigos padres de otros peques prematuros nacidos en las mismas fechas y a quiénes frecuentamos hasta la fecha; días de volver a casa muy tristes y con mucha incertidumbre porque el pequeño había bajado 100 gramos o días de regresar a casa felices porque había subido 5 grs ( casulmente cuando hay una bajada de peso siempre es muy drástica y las subidas suelen ser bastante mas lentas), días de impotencia porque cuando todo parecía estar bajo control volvía a necesitar recurrir al oxígeno artificial o cuando piensas que lo peor ha pasado, regresas temprano por la mañana al hospital y encuentras a tu hijo bajo una lámpara especial pues te comunican que el pequeño sufre de Ictericia ( el hígado del bebé no está lo suficientemente desarrollado para remover la bilirrubina de la sangre con lo cuál el bebito se pone muy amarillo y las púpilas muy blancas).

Los días de hospital se vuelven eternos y descubres la adrenalina que pueden generar 100 gramos de peso y es el primer momento también en el que cómo Padre te das cuenta que a partir de ese momento tu humor de cada día, por el resto de tú vida,estará marcado por alguien más. Pasar la noche en vela cuando te comunican que al día siguiente le harán a tu bebé algo tan rutinario como una audiometría y llorar sin parar con los resultados ( aunque ésta es otra larga historia.....).

Los padres de un bebé prematuro compartimos la angustia, incertidumbre,el sentimiento que genera la llegada de esos pequeños guerreros que luchan desde el primer dia por su vida y lo consiguen. El sentimiento de culpa que supone para una Madre, pensar si no hubiera hecho esto o aquello probablemente esto no habría pasado, o cada vez que te preguntan que ¿ porqué nació antes? Sin saber que responder.

Como Madre de un pequeño prematuro con alguna que otra complicación adicional ( nada por lo cuál afortunadamente preocuparse) y como tía de otro pequeño guerrerito; sólo puedo decir que a pesar de que los días se hacen largos, hoy en día no hay porque “preocuparse” en exceso, pues ellos estarán bien, saben como luchar y cómo salir adelante y en el fondo aunque todos esperamos la llegada de nuestros hijos con toda la calma y “normalidad” posibles, dentro de todo lo que podría pasar esto realmente es algo pasajero; yo personalmente considero está experiencia como un mensaje de mi hijo, preciso y consiso que quería dejarnos muy claro desde el primer día.

historia de un parto prematuro

lunedì 3 novembre 2014

Bronchite...... Come riconoscerla?

Una delle cose che più temiamo nella mia famiglia sono i cambi di stagione e l’arrivo dei primi freddi, che suppone l’arrivo di virus nelle scuole e per tanto, bimbi che rimangono a casa con più frequenza. Avere il mio piccolo a casa realmente non è un problema, quello che mi terrorizza e mi spaventa è una crisi bronchiale o asmatica che potrebbe terminare con un ricovero ospedaliero.

Mio figlio ha iniziato con la prima crisi bronchiale (inizio di asma) quando aveva soltanto circa 18 mesi, pensavamo che quando fosse cresciuto un po’ di più, scomparissero e invece sta per compiere 4 anni e continua ad essere il nostro pane quotidiano in ogni cambio di stagioni. Dopo 3 o 4 ricoveri ospedalieri e innumerevoli visite pediatriche e dottori, siamo arrivati al punto di poter riconoscere quando la situazione si può controllare tranquillamente in  casa o quando è veramente necessario avvicinarsi ad un “pronto soccorso”.

Come riconoscerlo?

Ci sono diversi punti chiave da tenere in considerazione per valutare se è necessario iniziare immediatamente un trattamento per combattere il virus. La prima cosa che dobbiamo considerare, se il piccolo presenta:

-         Molta tosse con catarro
-         Non ha fame (normalmente potrebbe essere migliore evitare che mangino e sarà migliore dargli molti liquidi, avendo molta tosse può risultare molto difficile la digestione di alimenti e per questo potrebbero vomitare)
-         Vomito (come detto prima)
-         Respirazione agitata (si affossano un po’ le costole durante la respirazione)
-         Frequenza respiratoria (avendo la respirazione così agitata, aumenta la frequenza respiratoria, dobbiamo avere una speciale precauzione con questo, se la respirazione è eccessivamente frequente sicuramente sarà necessario avvicinarsi  al “Pronto Soccorso”.

FREQUENZA RESPIRATORIA

Quando mio figlio ha questi sintomi, già so per certo che si tratta di Bronchite. La prima cosa che faccio per rimanere tranquilla è misurare la sua frequenza respiratoria per identificare la presenza di un broncospasmo. Sincronizzo un minuto nell’orologio e conto il numero di respirazioni in un minuto, se la quantità di respirazioni è maggiore a quella normale, allora sicuramente ha un broncospasmo.

Un broncospasmo  è un restringimento dei bronchi che rende difficile la respirazione.

La Frequenza Respiratoria Normale per età è come segue:

1 a 6 mesi              30-35 respirazioni/minuto
6 a 12 mesi            20-30 respirazioni/minuto
1 a 5 anni              15-25 respirazioni/minuto

Penso sia prudente non ossessionarci nel controllarla tutto il tempo (anche se riconosco di averlo fatto molte volte), ma ben si, prenderlo come riferimento nel momento di prendere il trattamento.
Se la frequenza respiratoria è molto alta (per essempio mio figlio di quasi 4 anni con 60 respirazione per minuto, Io considererai prudente avvicinarci ad un Pronto Soccorso, se abbiamo un ospedale vicino e la possibilità di andare).
il primo controllo che li farebbero  è la saturazione di ossigeno nel sangue (se è meno di 90 e non risale dopo le varie cure sicuramente il bimbo sarà ricoverato).

TRATTAMENTO DA FARE IN CASA

Ovviamente il trattamento qui in basso sarà comunque indicato dal pediatra o dal medico di base.
E’ un trattamento a modalità di esempio:

Se ha molta difficolta nel respirare sarà necesario aiutarlo con dosi di cortisone orale, importante tener presente che è un medicina per aiutare  il malato in momenti di urgenza e non è raccomandabile usarlo più di 2 volte al giorno:
-     Bentelan compresse effervescenti da 0,5 mg( le dosi sono indicate all’interno della scatola o l'equivalente  Estilsona Goccie, sospensione orale di 10 ml (mio figlio dai due anni prende 0,3 ml di Estilsona o 2 compresse in acqua di Bentelan)

Il mioglior amico della Bronchite: Ventolin
-         Ventolin 5mg/ml Inalatore o Salbutemol Inalatore (dosi: si danno due click e si lascia il bimbo respirare 10 volte attraverso la “camera”, questa dosi è raccomandabile 3 volte al giorno).
-         Budesonida o Aircort 50 m Inalatore (dosi: due click e 10 respirazioni solamente la mattina e la sera)
Oppure vi verrà somministrato lo stesso medicamento ( broncodilatatore) da fare con l'aerosol.

Per l’uso del Ventolin sarà necessario avere una “camera di inalazione” per medicine da inalare. Io mi sono trovata molto bene con la "aerochamber gialla".



Questo trattamento è semplicemente a titolo informativo e orientativo, sarà sempre necessario che i bimbi siano visitati da un dottore e lo stesso indichi quello che è più raccomandabile in quel momento.
Prima di tutto e anche molte volte facciamo fatica soprattutto quando vediamo i piccoli deboli, senza voglia di mangiare, di giocare e con le faccette tristi ma é importante non perdere la calma e soprattutto essere coscienti di dover cancellare i piani per restare in casa riposandoci con loro.

Ovviamente ogni volta che lo vedo con tanta tosse e catarro li sospendo il latte in quanto non aiuta ad eliminarlo e qualcosa che al mio piccolo lo affascina quando è malaticcio è il brodino che sicuramente gli viene di lusso.

Molta molta molta pazienza e animo che passerà presto!


COMO RECONOCER UNA CRISIS BRONQUIAL?

 Una de las cosas a la que más tememos en mi familia, es el cambio de estación y la llegada de los "primeros fríos", esto supone la llegada de virus en el cole y por tanto, niños en casa mas a menudo. Tener a mi peque en casa realmente es lo de menos, lo que me horroriza y me asusta es una crisis bronquial o asmática que pueda terminar con un ingreso hospitalario.

Empezamos con la primera crisis bronquial (inicios de asma) cuando el peque tenía alrededor de 18 meses, pensamos que cuando creciera un poco más desaparecería y sin embargo está por cumplir 4 años y sigue siendo nuestro pan de cada cambio de estación. Después de 3 o 4 ingresos en el hospital e incontables visitas a pediatra y doctores, hemos llegado al punto de poder reconocer tranquilamente cuando la situación se puede controlar tranquilamente en casa o cuando es realmente necesario acercarnos a urgencias.

Como reconocerlo?

Hay varios puntos clave que hay que tener en cuenta para valorar si es necesario empezar con un tratamiento enseguida para combatir los virus. Lo primero que deberemos tomar en cuenta, si el pequeño presenta:

- Mucha tos con flemas
- No tiene hambre (normalmente incluso es mejor evitar que coman y será mejor dar muchos liquidos, al tener tanta tos les resulta muy difícil la digestión de los alimentos y por tanto suele terminar en vómito)
- Vómitos ( que como he explicado antes se deben a la poca digestión que provoca la tos)
- Silbido al respirar
- Respiración agitada ( se le hunden un poco las costillas al respirar
- Frecuencia respiratoria ( al tener la respiración tan agitada, aumenta su frecuencia respiratoria, habrá que tener especial precaución con esto pues si la respiración es excesivamente frecuente seguramente será necesario acudir a urgencias).

FRECUENCIA RESPIRATORIA

Cuando mi hijo tiene alguno de estos síntomas, ya se por cierto que es una Bronquitis. Lo primero que hago para quedarme tranquila es medir su frecuencia respiratoria para identificar la presencia de un broncoespasmo. Sincronizo un minuto en el reloj y cuento las veces que respira en un minuto, si la cantidad de respiraciones es mayor a la normal, entonces seguramente tiene un broncoespasmo.

Un broncoespasmo es una obstrucción en los bronquios que dificulta la respiración ( no llega suficiente oxigeno a los pulmones)

La Frecuencia Respiratoria Normal por edad es la siguiente:

1 a 6   Meses           30-35 respiraciones/minuto
6 a 12 Meses           20-30 respiraciones/minuto
1 a 5 años                15-25 respiraciones/minuto

Considero prudente no obsesionarnos con estar contabilizando todo el tiempo (aunque reconozco haberlo hecho varias veces), sino más bien tomarlo como un referente a la hora de seguir un tratamiento. 
Si la frecuencia respiratoria es bastante alta ( mi hijo de casi 4 años de edad con 60 respiraciones por minuto por ejemplo) yo consideraría prudente acercarnos a urgencias, si tenemos un hospital cercano y la posibilidad de hacerlo, pues ahí lo primero que harán será controlar la saturación de oxigeno que llega a los pulmones ( si es menor de 90 y no llega a subir estando en urgencias seguramente será necesario ingresarlo).

TRATAMIENTO PARA SEGUIR EN CASA
Obviamente el siguiente tratamiento seguramente será siempre suministrado por el pediatra o médico de cabecera. Este es un tratamiento a modo referencial.

Si tiene mucha dificultad para respirar será necesario ayudarle con una dósis de cortisona oral, importante tomar en cuenta que es un medicamento para ayudar en un momento de urgencia y no es recomendable usarlo por más de dos días:
- Estilsona  Gotas suspensión oral de 10 ml o su equivalente Bentelan compresse efervescenti de 0,5 mg ( dósis indicada en el mismo medicamento, mi hijo desde los dos años tomaba o,3 ml de estilsona o 2 compresse en agua de Bentelan)

El mejor amigo de la Bronquitis: Ventolín:
- Ventolín o Salbutemol 5 mg/ml Inhalador o Salbutemol   ( dósis: se dan dos clicks y se deja al niño realizar 10 respiraciones a través de la camára, está dósis es recomendable durante 3 veces al día)
- Budesonida o Aircort 50 mg Inhalador ( dósis: dos clicks y 10 respiraciones únicamente por la mañana y por la noche)
Podría darse el caso que el mismo medicamento (broncodilatador) venga recetado para ser suministrado con aerosol.

 Para el uso de ventolín será necesario una camára de inhalación para medicamentos inhalados. La que yo recomiento es la aerochamber amarilla


Este tratamiento es simplemente a título informativo y orientativo obviamente siempre es necesario que sean oscultados por un doctor y el mismo determine lo que sea más recomendable en ese momento.
Ante todo y aunque muchas veces cuesta trabajo sobretodo cuando vemos a los peques débiles, sin ganas de comer, sin ganas de jugar y con carita triste, no hay que perder la calma y sobretodo ser conscientes que habrá que cancelar planes y guardar reposo con ellos en casita. 

Obviamente yo cada vez que lo veo con tanta tos con flemas le suspendo un tiempo la leche pues no ayuda a eliminarlas y algo que a mi niño le fascina cuando está enfermito es su sopita de fideos que creo que le cae de lujo. 

Mucha mucha mucha paciencia y ánimo que pasará prontito!



martedì 21 ottobre 2014

Baby Singhiozzo - Baby Hipo!

Da qualche giorno, noto come si produce un movimento ritmico dentro lo mio stomaco.  Anche se a differenza del mio primo figlio ( che si muoveva e scalciava tutto il tempo), in questa seconda gravidanza i famosi calcetti sono leggermente meno frequenti, però  certe volte ho sentito questo “strano movimento” (una specie di piccoli salti con ritmi costanti) ai quali non avevo messo attenzione nella mia passata gravidanza.


Questa mattina sono andata a “buttare un occhio” in Google per vedere se tutto era a posto, e comunque avevo già ascoltato per mio stupore che quello che succede al mio bebè è che ha il singhiozzo.
Il singhiozzo fetale, sembrerebbe essere una cosa normalissima, può durare o vari minuti o varie ore e non nuoce per niente al bebè. In realtà questo singhiozzo si relaziona con lo sviluppo del sistema nervoso del nostro piccolo.

Si dice che tutti i neonati hanno avuto un singhiozzo dentro del pancino per lo meno una volta specialmente durante gli ultimi mesi di gravidanza, così se ancora non hai fatto attenzione ti sorprenderanno queste curiosità della natura!

Desde hace algunos días, noto como algunas veces se produce un movimiento rítmico adentro de mi estómago. Si bien a diferencia de mi primer hijo ( que se movía y daba patadas todo el tiempo), en este segundo embarazo las famosas pataditas son ligeramente menos frecuentes, pero si que he llegado a sentir varias veces este " extraño movimiento" ( una especie de pequeños brincos pero con ritmo constante) del que no había puesto mucha atención en mi anterior embarazo.

Pues ésta mañana he ido a echar un ojo en Google a ver si estaba todo en órden, y aunque ya lo había escuchado para mi sorpresa parece ser que a mi bebe lo que le pasa es que le da hipo.
El hipo fetal al parecer es una cosa de lo más normal, puede durar o varios minutos o varias horas y no perjudica para nada al bebé. En realidad a este hipo se le relaciona con el desarrollo del sistema nervioso de nuestro pequeñín.

Se dice que todos los neonatos tienen hipo dentro de la pancita por lo menos alguna vez especialmente durante los últimos meses del embarazo, así que si aún no haz puesto atención te sorprenderás con estas curiosidades de la naturaleza.






giovedì 16 ottobre 2014

con Cuccio o senza?

La decisione di dare il ciuccio ai nostri neonati, sicuramente continua ad essere un tema molto polemico. Quello che è chiaro è che l’uso del ciuccio non è una necessità, ne un obbligo ed il suo utilizzo ricade su di noi genitori che in realtà, siamo i più adeguati per riconoscere e capire se il suo uso nei nostri piccoli può essere conveniente o meno.

Come sempre ci sono dei pro e dei contro. Le moderne tecniche di immagini tridimensionali per vedere il feto durante la gravidanza (ecografie 3D e 4D), hanno dimostrato che già dal ventre della madre i bimbi ricorrono nel succhiare il pollice. I bimbi nascono con il riflesso e la necessità di suzione, essendo dal primo momento succhiando e deglutendo il liquido amniotico nel ventre di sua madre. E’ per questo che i bimbi nascono con un’intensa necessità di suzione, però non per questo hanno bisogno di un ciuccio.

Un neonato che generalmente viene allattato al petto, di solito non accetta il ciuccio soprattutto se l’allattamento è a “domanda libera”. Il piccolo che viene allattato al petto della madre non ha bisogno di nulla di più. E’ vero che probabilmente la mamma passerà molto tempo, soprattutto all’inizio, con il piccolo in braccio provando la suzione e cercherà il petto della mamma ogni volta che avrà il bisogno di sentirsi tranquillo, questo di solito provoca un poco di frustrazione a noi mamme che dobbiamo essere presenti 24 ore al giorno, ed è per questo che arriviamo ad utilizzare il ciuccio, Ci sono anche I piccoli che rifiutano il petto perche già sono sazi ma che comunque hanno la necessità di succhiare qualcosa, anche in questi casi  il ciuccio può aiutare.

L’uso del ciuccio non deve rappresentare in nessun caso un sentimento di colpa per noi Mamme, dal mio punto di vista, qualsiasi artefatto  che ci possa aiutare a vivere la nostra maternità con più tranquillità benvenuto sia, visto che questo in fondo è il nostro scopo e sopratutto anche perchè dal nostro stato d’animo dipenderà anche quello del nostro piccolo.

Qualche Pro e Contro dell’uso del ciuccio


Pro:
- Calma il pianto del bebè
- Aiuta a conciliare il sonno
- Riduce lo stress o il dolore in situazioni sgradevoli (l’ora delle vaccinazioni o visite in ospedale)
- Proporziona sicurezza in caso di mancanza della Mamma
- Riduce il rischio di morte improvvisa


Contro:
- Una durata dell’allattamento materno minore
- Problemi ai denti
- Sostituzione delle cure materne
- Alcuni specialisti sostengono che l’uso del ciuccio provoca che il neonato inghiotta più aria per cui soffrirà più coliche.

E’ chiaro che il suo uso non deve rappresentare una sostituzione alla presenza Materna, piuttosto può essere un complemento emozionale per rinforzare la propria sicurezza del nostro piccolo.

Dato curioso sul uso del ciuccio

Da molti anni si consigliava, pulire il ciuccio con la nostra propria saliva (ciucciare il ciuccio; scusate la ridondanza). Secondo gli ultimi studi, questa forma di pulire il ciuccio può aiutare ad eliminare batteri che generano infezioni virali. No l’acqua, nemmeno il sapone o gli sterilizzatori possano essere tanto efficaci come la saliva dei propri genitori. Il contatto della saliva dei genitori con quella dei propri figli trasmette i microrganismi che rendono il sistema immunologico di nostro figlio più forte ed imparano ad attaccare i batteri dannosi per la salute.
Ovviamente si deve considerare che i genitori non fumino, e che tengano un’igiene orale adeguata cosí come che non ci sia nessuna malattia contagiosa per via orale.

Quindi se il tuo figlio utilizzata il ciuccio, ora sai come pulirlo!


Con Chupón o sin Chupón?

 La decisión de que nuestros hijos usen o no el chupón sigue seguramente siendo un tema bastante polémico. Lo que está claro es que el uso del chupón no es ni una necesidad, ni una obligación y su uso recae sobre nosotros los padres que somos los más adecuados para reconocer y entender si su uso en nuestro pequeño puede ser conveniente o menos.

Como en todo, tiene sus pros y sus contras. Las técnicas modernas de imágenes tridimensionales para ver al feto durante el embarazo ( ecografías 3D y 4D), han demostrado que ya desde el vientre de la madre se recurre al dedo pulgar para succionarlo. Los niños nacen con el reflejo y la necesidad de succión, al estar desde el primer momento succionando y deglutiendo el líquido amniótico en el vientre de su madre. Es por esto que los bebés nacen con una intensa necesidad de succión, pero no por ello necesitar un chupete.

Un bebé que toma pecho generalmente suele no aceptar el chupón sobretodo si la lactancia es a libre demada. El pequeño que succiona el pecho de su madre no necesita nada más. Es verdad que probablemente la madre pasará muchísimo tiempo, sobretodo al inicio, con el pequeño en brazos intentando succionar y probablemente buscará el pecho de su madre cada vez que necesite sentirse tranquilo, esto suele generar un poco de frustración en nosotras las madres que tenemos que estar presentes las 24 horas del día, y por ello llegamos a recurrir al uso del chupón, aunque hay también pequeños que rechazan el pecho porque ya están satisfechos pero aún así tienen la necesidad de chupar algo, en estos casos el chupón también puede ayudar.

El uso de chupón no debe representar en ningún caso un sentimiento de culpa para la Madre, desde mi punto de vista cualquier artefacto que pueda ayudarnos o permitirnos vivir nuestra maternidad con más tranquilidad pues bienvenido sea; que a fin de cuentas es nuestro principal objetivo y de nuestro estado de ánimo dependerá también el de nuestro pequeño. 

Algunos Pros y Contras del uso del chupón:

Pros:
- Calma el llanto del bebé
- Ayuda a conciliar el sueño
- Reduce el estrés o el dolor en situaciones desagradables ( la hora de las vacunas o vistas al hospital)
- Proporciona seguridad en caso de ausencia de la Madre
- Reduce el riesgo de muerte súbita 

Contras:
- Una menor duración de la lactancia materna
- problemas dentales
- sustitución del cuidado materno
- algunos especialistas argumentan que el uso del chupón provoca que el bebé trague mas aire y por tanto padezca más cólicos.

Está claro que su uso no debería en ningún caso suponer una sustitución de la presencia Materna, sino más bien ser un complemento emocional para reforzar la propia seguridad de nuestro pequeño.

Un Dato curioso sobre el uso del chupón.......

Desde hace muchos años se aconsejaba, limpiar el chupón con nuestra propia saliva ( chupar el chupón; valga la redundancia), Según los últimos estudios, ésta forma de limpiar el chupón puede ayudar a eliminar bacterias que generan infecciones virales. Ni el agua, ni el jabón, ni el esterilizador puede ser tan efectiva como la saliva de los propios padres. El contacto de la saliva de los padres con la de los propios hijos les transmite los microorganismos que hacen que el sistema inmunológico de nuestro bebe se refuerce y aprenda a atacar las bacterias perjudiciales para la salud.

Obviamente hay que considerar que el padre no fume, que tenga una higiene bucal adecuada y que no padezca alguna enfermedad contagiosa por via oral.

Así que si tú hijo usa chupón, ya sabes como limpiarlo!